sabato 18 settembre 2010

Logistep, fine dei giochi. In Svizzera

La nota società specializzata nel rastrellamento degli indirizzi IP appartenenti agli utenti del file sharing è stata messa fuorilegge nella sua stessa patria. Ricominceremo a raccogliere IP altrove, dice il suo presidente

Il Tribunale Federale svizzero ha stabilito l'illegalità della pratica di raccolta indirizzi IP da parte di Logistep AG, la ben nota società specializzata da anni presente nelle cronache sulla guerra tra i detentori del copyright e gli utenti del file sharing. Fine di un'epoca o ennesima tappa di un conflitto ancora lungo? Logistep fa spallucce e annuncia l'espatrio mentre qualche avvocato fa il doppio gioco e pensa alla difesa della privacy. Ma dalla parte sbagliata.

In Italia l'attività di Logistep è nota soprattutto per il celeberrimo caso Peppermint, il rastrellamento di IP del Belpaese su mandato dell'etichetta discografica tedesca e il successivo invio di migliaia di missive dal sapore estorsivo ad altrettanti condivisori. Peppermint è stato fulminato dal pronunciamento del Garante della Privacy e in seguito anche la Corte Costituzionale tedesca si è pronunciata stabilendo l'illegittimità della raccolta di informazioni personali - gli indirizzi IP - con le metodologie applicate da Logistep.

Nella penultima puntata della vicenda Logistep, un tribunale svizzero aveva stabilito che il rastrellamento di IP era un'attività legale ma ora la massima autorità giuridica del paese (il Tribunale Federale appunto) ha ribaltato il giudizio precedente: gli indirizzi Internet sono considerabili alla stregua di dati personali e non possono quindi essere raccolti in maniera indebita, senza autorizzazione da parte degli utenti o dell'autorità giudiziaria.

fonte punto-informatica.it

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