venerdì 18 novembre 2011

Emoticon

Le emoticon (o smiley, in italiano faccina) sono riproduzioni stilizzate di quelle principali espressioni facciali umane che si manifestano in presenza di un'emozione (sorriso, broncio, ghigno, ecc.). Vengono utilizzate prevalentemente su Internet nei programmi di messaggistica chat e negli SMS per sopperire alla mancanza del linguaggio non verbale nella comunicazione scritta. Il nome nasce dall'accostamento delle parole "emotional" e "icon" e sta ad indicare proprio un' icona che esprime emozioni.La nascita delle prime emoticon è molto controversa. La prima in assoluto pare essere stata usata il 12 aprile 1979 da un certo Kevin


MacKenzie in un'e-mail inviata agli iscritti a MsgGroup (una delle prime BBS) in cui suggeriva di introdurre qualche sentimento nei freddi testi dei messaggi; per esempio consigliava di utilizzare un trattino preceduto da una parentesi chiusa (cioè ")-") per indicare una linguaccia ma la proposta fu criticata dai più. Secondo una ricerca di Mike Jonesun della Carnegie Mellon School of Computer Science risalente al febbraio 2002, la prima emoticon sarebbe stata utilizzata il 19 settembre 1982 in un messaggio apparso in una BBS del Carnegie Mellon University dall'informatico statunitense Scott E. Fahlman per sottolineare l'ironicità di una sua frase poiché spesso un commento umoristico non veniva preso per tale e dava adito ad interminabili discussioni. Questa volta la proposta ebbe successo. Scott successivamente si rammaricò di non aver conservato il messaggio poiché non gli sembrava così importante al momento ma fu poi recuperato da un salvataggio su nastro.
Secondo altri, l'emoticon non sarebbe altro che una stilizzazione dello smiley realizzato da Harvey R. Ball molto di moda negli anni settanta e ottanta.Il racconto poliziesco di Daniele Luttazzi Daumenlutschen Ausdruckserscheinungen von Entfremdungsgefuehl (contenuto in Adenoidi, 1993) è stato il primo testo italiano di narrativa a contenere emoticon.Esiste un caso precedente di emoticon ante litteram, nel romanzo "Uno, nessuno e centomila" di Luigi Pirandello, in cui si si usano dei segni grafici per descrivere una espressione facciale."Le mie sopracciglia parevano sugli occhi due accenti circonflessi, ^ ^, le mie orecchie erano attaccate male, una piú sporgente dell’altra; e altri difetti..."

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