mercoledì 4 aprile 2012

La protesi al seno compie 50 anni

Franck Gerow, chirurgo del Jefferson Davis Hospital di Houston, in Texas, ebbe la folgorazione maneggiando un sacca di sangue in materiale plastico che, come ricorda Teresa Riordan, autrice di Beauty: A History of the Innovations That Have Made Us Beautiful (e giornalista del New York Times), gli diede la sensazione di toccare un seno femminile. Da quell'intuizione all'impianto della prima protesi il passo fu decisamente breve. Il test di esordio venne effettuato su una cagnolina, Esmeralda, che pur non mostrando segni di rigetto (fatto questo che portò Gerow a definire la sua protesi "innocua quanto l'acqua"), dopo alcuni giorni si strappò via i punti di sutura a morsi, ponendo fine alla sperimentazione. Nella primavera del 1962 Gerow e il collega Thomas Cronin effettuarono il primo intervento di mastoplastica al silicone della storia sulla trentenne Timmie Jean Lindsay. In realtà la giovane aveva interpellato i medici soltanto per la rimozione di un tatuaggio e furono proprio i due chirurghi a chiederle di prestarsi come volontaria per quella sperimentazione, proponendole in cambio di correggere le sue orecchie a sventola. Quando Lindsay si risvegliò dopo l'operazione con un seno passato dalla misura coppa B a quella C fu entusiasta e lo fu ancora di più quando si accorse che passeggiando per strada attirava concupiscenti sguardi maschili. Oggi Timmie Jean Lindsay, che per lungo tempo ha tenuto nascosto l'intervento ad amici e familiari, racconta che gli effetti esteticamente benefici dell'operazione alla quale si sottopose mezzo secolo fa sono durati all'incirca quindici anni, dopo di che l'azione del tempo ha iniziato a farsi sentire. «Pensavo che i miei seni sarebbero rimasti alti e sodi per sempre. Ma non è andata così - ha sottolineato l'ottantenne signora Lindsay - perché come quelli normali tendono a scendere verso il basso con l'avanzare dell'età». Ma la pioniera del seno aumentato è comunque felice di quel piccolo pezzo di storia, anzi due, che ancora custodisce all'interno del suo corpo: «E' bello sapere di essere stata la prima».

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