martedì 22 febbraio 2011

Quanto è facile spegnere la Rete?

Egitto, Algeria, Libia, sembra che la moda del momento sia reprimere le proteste popolari spegnendo Internet o limitandone l’accesso. Tanto che ci si chiede quale sarà il prossimo paese pronto ad adottare una misura così drastica e antidemocratica. Ma è così semplice spegnere Internet? Cosa occorre fare per bloccare la Rete di un’intera nazione? Purtroppo basta davvero poco, almeno dal punto di vista tecnico. In Egitto, per esempio, il più grosso fornitore di accesso alla Rete è di proprietà dello Stato, quindi è bastata qualche semplice telefonata per chiudere i rubinetti principali. E per tutti gli altri? Per capire come funziona lo switch off di Internet, in un paese, occorre prima sapere cos’è il Bgp. 

Questa oscura sigla sta per Border Gateway Protocol e indica, in buona sostanza, il sistema che collega la connessione Internet di uno Stato a quella globale. La porta d’ingresso (e d’uscita) digitale del paese, insomma. Per il Bgp non passano, quindi, solo le linee principali, ma anche tutte quelle minori ed eventualmente slegate dal controllo statale (con qualche rara eccezione, come vedremo). Per esempio le connessioni di tipo 3G, fornite dagli operatori telefonici di un dato paese. Ora, è ben vero che il Bgp è un protocollo, ma dal punto di vista pratico è composto da apparecchi tangibili, che non sono altro che router. E se pure questi sono sotto il controllo di un governo, capite bene che spegnendoli si disattiva qualsiasi tipo di connessione Internet verso l’esterno (e viceversa). Certo, questo per sommi capi, ma basta a dimostrarci quanto la Rete, in molti paesi, sia ancora assoggettata al volere di pochi individui. E quanto basti poco per metterla ko. Per la cronaca, nel caso dell’Egitto, pare che un solo Internet Service Provider su 10, Noor Data Networks, sia scampato al blocco. Il motivo? La sua linea non passa per un Bgp di Stato, ma per un cavo sottomarino gestito da Telecom Italia. 

In effetti l’influenza delle compagnie straniere potrebbe, in teoria, limitare un blocco di questo tipo. Nel caso del paese africano, due dei principali Internet Service Provider sono gestiti da multinazionali europee (Vodafone e France Telecom), che avrebbero potuto incrociare le braccia di fronte alla richiesta di spegnimento avanzata dal governo egiziano. Gli ideali di libertà digitale, tuttavia, si sono scontrati col business, con esiti che intuiamo facilmente: per non mettere a rischio strutture e dipendenti dislocati nel paese in stato di agitazione, le compagnie si sono tappate naso e orecchi, impostando su off l’interruttore dei router. Il che contribuisce al clima d’incertezza nei confronti di una Rete davvero libera, anche in quei paesi dove la libertà è radicata. Basti pensare che negli Stati Uniti si sta lavorando a una legge che consenta di spegnere Internet in caso di emergenza. Insomma, siamo tutti a rischio di blocco Internet? La questione, come visto, non è tanto tecnica, quanto politica: se c’è qualcuno in grado di ordinare lo spegnimento di qualche router, allora la risposta è affermativa.
fonte wired.it

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