Dopo 17 anni, la Germania toglierà il divieto alla vendita ai minori di Doom, il famosissimo videogioco del 1993, ed il suo sequel Doom II del 1994. Il divieto, tra l’altro, aveva la conseguenza che Doom e Doom II potevano essere venduti esclusivamente nei negozi per soli adulti, limitandone quindi la distribuzione in modo estremamente significativo.La decisione è avvenuta in seguito ad un ricorso di Bethesda Softworks, l’azienda che è ora proprietaria di id Software, che aveva sviluppato Doom. Il videogioco era stato vietato per la sua violenza “estrema” e “sadica”, non stemperata da intermezzi di “realtà”. Secondo la censura tedesca, questa “continuità” della violenza poteva essere dannosa per i giocatori più giovani, per quanto alcuni psicologi sostengano al contrario che l’estremizzazione della violenza in giochi come Doom la rendano chiaramente irreale e parodistica: infatti, una ricerca di qualche mese della University of Huddersfield mostra come i videogiochi che stimolano maggiormente l’aggressività dei giocatori (spesso con crisi isteriche che finiscono con la distruzione del pad o del controller) sono quelli di calcio.
La rimozione della censura su Doom (che comunque potrà essere acquistato e giocato solo da chi ha almeno 16 anni) è stata decisa però non tanto sulla base di considerazioni psicologiche, ma piuttosto per il fatto che da un lato la grafica di Doom è ormai totalmente superata dai giochi moderni, quindi non si può più parlare di “realismo”, e dall’altro lato il gioco è ormai di interesse storico – il che vuol dire, tra l’altro, che a cercarlo ed acquistarlo probabilmente non saranno i giovani, ma quelli che erano teenager 17 anni fa.
L’autorizzazione alla vendita non riguarda però la versione americana di Doom II, la cui vendita è invece totalmente vietata, poiché contiene due livelli bonus tratti da Wolfenstein 3D, che includono simboli nazisti.
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