Con la sua voce un po' roca ed il gesticolare a scatti, univa una
straordinaria comicità di tipo fisico e mimico ad un eloquio
scioltissimo, a tratti anche ricercato e forbito, che gli consentivano
di prolungare a piacere qualsiasi sketch, trasformando ogni più semplice
storiella in un divertentissimo monologo. L'unico a recitare con il
tutto esaurito per tre mesi a Broadway e a ricevere gli applausi dalla
tv per Canzonissima o Studio Uno. Il primo comico italiano moderno che
ha cambiato il nostro modo di ridere. Indimenticabile interprete di
Sarchiapone, un animale immaginario al centro di un equivoco, nello
scompartimento di un treno, che diventa una metafora perfetta della
paura di apparire ignoranti. Sono passati vent'anni dalla morte di
Walter Chiari, avvenuta il 20 dicembre del 1991, in solitudine, in un
defilato residence della periferia di Milano, la sua città adottiva. A
trovarlo sarà l'impresario teatrale Libero Zibelli, esanime sulla
poltrona con gli occhiali sul naso e la televisione ancora accesa. Ma
per 20 anni Chiari è stato quasi totalmente dimenticato, i suoi film
passati e ripassati in tv ma lui solo raramente ricordato. Tale
incredibile oblio per uno degli attori più originali, prolifici e amati
della sua generazione è solo uno dei tanti paradossi della sua storia.
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