martedì 11 ottobre 2011

Un topo con il cervelletto artificiale, equipe di scienziati israeliani apre la strada all'uomo cyborg

Un’equipe di scienziati dell’università di Tel Aviv è stata in grado di creare dei topolini “cyborg”, dotati di un cervelletto artificiale, l'organo dell'equilibrio, collegato e in grado di dialogare col resto del cervello. L'esperimento, il primo nel suo genere ad esser andato a buon fine, apre le porte alla sostituzione di parti di cervello danneggiate da un ictus o da un trauma cranico. Il team di ricercatori, guidato dal professor Matti Mintz, ha presentato i risultati dell’esperimento nel corso del meeting “Strategies for Engineered Negligible Senescence”, tenutosi qualche giorno fa a Cambridge.
I ricercatori israeliani hanno creato un primo prototipo di una parte del sistema nervoso e l'hanno impiantata su alcuni ignari topolini cui, dopo un'anestesia, è stato “disabilitato” il cervelletto. Al suo posto un piccolo dispositivo in grado di ricevere e rispondere agli input inviati dal cervello, consentendo così alle piccole cavie di effettuare dei movimenti (il test per il momento è stato fatto su movimenti involontari). “È ormai dimostrato che si possono registrare le informazioni provenienti dal cervello, elaborarle in modo simile a una rete biologica e rimandarle indietro al cervello stesso”, ha commentato a New Scientist il ricercatore. L'obiettivo futuro, gli scienziati non nascondono ci sia ancora tantissima strada da fare, è riuscire a far funzionare questo cervelletto artificiale per coordinare equilibrio e movimenti dell'animale.
“Questo esperimento - ha detto Francesco Sepulveda della University of Essex di Colchesterche - dimostra quanto siamo arrivati lontano per la creazione di circuiti che potrebbero un giorno sostituire le aree del cervello danneggiate e addirittura aumentare il potere del cervello sano . Il circuito creato dal team del professor Matti imita una funzionalità molto semplice. Tuttavia, questo è un emozionante passo verso un’enorme possibilità”.
Il passo successivo? Gli scienziati sperano di poter realizzare un modello più sofisticato, in grado di adempiere ad un maggior numero di funzioni, per poi testarlo in un animale “consapevole”. “Si tratta di una sfida molto impegnativa, a causa della diminuzione della qualità del segnale neurale”, commenta Robert Prueckl, collega del professor Mintz e ricercatore presso la Guger Technologies a Graz, in Austria.
L’obiettivo risulta tuttavia raggiungibile, si dovranno sviluppare software migliori e tecniche di impianto, per gli elettrodi, più precise. “E’ probabile che ci vorranno diversi decenni per arrivarci - ha detto l’esperto - ma la mia scommessa è che parti specifiche, ben organizzate del cervello come l’ippocampo e la corteccia visiva, potranno essere sintetizzate prima della fine del secolo”.
fonte tiscali.it

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