Internet è diventata da tempo parte inscindibile della nostra  quotidianità. Attraverso la Rete vengono veicolati ogni giorno miliardi  di informazioni e milioni di transazioni economiche. L’industria, le  banche, le università e gli stessi uffici pubblici, ormai, non possono  fare più a meno del Web: tutto passa attraverso l’infrastruttura  telematica. Cosa accadrebbe però se ipoteticamente la Grande Rete  dovesse collassare?
Se Internet si bloccasse la nostra vita segnerebbe un violento  arretramento, si dovrebbe tornare a sistemi manuali analogici con enormi  ritardi e costi aggiuntivi. La democrazia nel mondo ne soffrirebbe; gli  abusi dei governanti non verrebbero rivelati al resto del mondo. I  popoli non comunicherebbero facilmente tra di loro. Usi e costumi  ritornerebbero ad essere diversi mentre oggi i giovani stanno creando  una massa culturale globale (nel bene e nel male), che permette loro di  comunicare e di lavorare facilmente insieme, perché la base di lavoro è  la stessa: internet. In pratica ormai non si può più fare a meno della  Grande  Rete.  E’ uno strumento globale della nostra vita. E’ uno  strumento di vera democrazia, perché non è soggetta a nessun dittatore.  Internet è nata libera e rimarrà libera, nonostante la brutta pagina  scritta dal Governo italiano in questi giorni, imponendo tre anni di  prigione per i giornalisti-blogger che non pubblichino rapidamente le  rettifiche alle notizie. I giornalisti non dovrebbero accettare una  violenza simile.
La prenotazione dei voli aerei si bloccherebbe con impatto sul traffico  aereo, idem per le ferrovie, gli ospedali rallenterebbero la attività, i  medicinali sarebbero distribuiti al rallentatore, il sistema  finanziario e bancario si bloccherebbe, i sistemi anagrafici… In una  frase, potremmo dire che il mondo ritornerebbe piccolo ed arretrato come  era cinquant’anni fa.
Un blocco del sistema cosi come lo stiamo immaginando ,è una realtà, più che un potenziale pericolo. Potrei portare due esempi  significativi. Nel 2007 l'Estonia, Paese moderno, estremamente  progredito nel campo informatico (pensate che la attività negli Enti  statali estoni vengono fatte via internet e non esistono documenti  cartacei negli uffici, né sui tavoli né negli armadi), subì un violento  attacco informatico da un importante Paese confinante. I giornali, la  Polizia ed i servizi ministeriali furono bloccati per circa una  settimana. Non si poteva entrare né uscire dal Paese perché i controlli  di frontiera erano bloccati, la vita del Paese rimase praticamente ferma  per alcuni giorni. L’Europa e la Nato aiutò l’Estonia a rimettere in  piedi il sistema e dopo qualche giorno l’attività riprese regolarmente.  All’incirca nello stesso periodo la Guardia Costiera inglese subì un  attacco informatico e si bloccò, nel senso che gli ordini dovettero  essere emessi in forma cartacea ritornando 'ai vecchi tempi', cosa alla  quale nessuno è più abituato. Le future guerre saranno 'informatiche'   prima che convenzionali (truppe sul terreno) ed addirittura prima che  nucleari. I Paesi tecnologicamente più progrediti stanno equipaggiandosi  per contrastare attacchi informatici e per gestirne le conseguenze.
I Cert sono la base per la difesa di un paese e di una alleanza.  Permettono di monitorare e dare informazioni sulla attività della Rete e  facilitano la reazione agli attacchi. L’Italia sta facendo la sua parte  in questo campo, ma c’è ancora molto da fare.
In Europa esiste l'Enisa che  ha la funzione di aiutare i Paesi meno progrediti in campo informatico a  raggiungere il livello di quelli più equipaggiati (Germania, Gran  Bretagna, Francia, Finlandia,etc…), perché è noto che in una  organizzazione informatica basta che la back-door sia debole per far  collassare anche il più robusto sistema informatico. Enisa non può  intervenire né imporre soluzioni tecnico-operative, può solo dare gli  strumenti, insegnare ad usarli e convincere gli Stati Membri ad usarli;  la decisione finale poi è del Governo di quel determinato Paese. Il  motivo di questa limitazione è  che ogni Paese europeo vuole gestire la  propria sicurezza nazionale. Quindi aiuto sì, ma imposizioni operative  no.

 
 
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