La chat può essere considerata una moderna agenzia di socializzazione che permette a chiunque possegga un PC ed un collegamento in rete di entrare in contatto con altri individui e instaurare relazioni.
Ma chi è il “chatter”? E’ cosa assai ardua tracciare un profilo “tipo” di chi frequenta la chat. Fatto sta che, nella maggior parte dei casi, la comunità virtuale diventa una sorta di “ambiente protetto” dove poter dare sfogo alle proprie emozioni e ai propri sentimenti senza la paura di esser giudicati nel modo di porsi oppure di sentirsi “osservati” nell’agire.
Si inizia a chattare per curiosità o perché un/a nostro/a conoscente ci presenta questo “mondo alternativo”, dove la vergogna e l’inibizione non esistono.
La stragrande maggioranza di chi inizia a chattare lo fa per frustrazione, solitudine o perché sta attraversando un momento particolare della propria vita in cui il mondo reale nega importanti aspettative, sovente riguardanti la sfera affettiva (delusioni amorose, mancanze o carenze parentali, assenza di amicizie consolidate, un passato che si ripete, un lutto, una separazione ecc…).
E’ bene precisare che per “solitudine” ci si riferisce ad un concetto molto più ampio del sentimento. Infatti, si può condurre la propria vita circondati da tante persone attente e premurose “reali”, in un contesto apparentemente soddisfacente, ma comunque essere “soli” con se stessi a causa di una “inconfessabile” mancanza interiore che non trova risposte adeguate nella realtà quotidiana.
In buona sostanza, la chat diventa un “mondo alternativo” dove socializzare, permettendo di togliere la “maschera” che ogni giorno si indossa per paura del giudizio altrui, oppure per donare al proprio “Io” la speranza di poter trovare ciò che la realtà che sta intorno non offre in modo adeguato: l’affetto, l’amicizia,
la complicità e, non per ultimo, l’amore.
Come evitare i pericoli della Chat
E’ evidente che se in chat si trova qualcuno di veramente interessante e che, davvero, potenzialmente potrebbe essere un/a possibile partner o amico/a, è necessario, soprattutto per una donna, attuare tutte le precauzioni del caso nel momento in cui si dovesse decidere di concretizzare la relazione con un appuntamento.
Alcuni consigli utili al fine di evitare spiacevoli sorprese o di divenire vittime di “stalking”:
- non fornire numeri di cellulare (se l’altro/a ha conoscenze nell’ambito del gestore telefonico dove è registrato il numero, potrebbe risalire a tutti i vostri dati. Oppure, nel caso non funzionasse qualcosa, continuare a molestarvi con telefonate o sms);
- non fornire indirizzi di posta elettronica di uso quotidiano e personale al fine di evitare molestie per lettera continue e dover ricorrere al cambio dell’indirizzo e-mail (anche in questo caso si ricorda che, nonostante tutte le garanzie fornite dai provider, basta una conoscenza all’interno dello stesso per avere i vostri dati);
- non fornire riferimenti su luoghi frequentati (es. posto di lavoro, palestre ecc…)
e, tanto meno, riferimenti privati come il numero di casa o l’indirizzo;
- non fornire informazioni circa le proprie abitudini (orari di lavoro, uscite, locali frequentati ecc...);
- fornire solo e soltanto i riferimenti strettamente necessari;
- se si desidera sentire l’altro/a per telefono, chiamare da un numero diverso dal vostro personale oppure con numero “privato” (anche se è sconsigliato - vedi sopra “conoscenze nell’ambito dei gestori telefonici”);
- se si desidera incontrare l’altro/a, farlo in un luogo frequentato, magari di vostra esclusiva conoscenza.
Queste sono semplici regole per evitare non solo i “peggiori” deviati (rari, per fortuna) ma, soprattutto, coloro che, affetti da disturbi minori, potrebbero diventare stalker ed iniziare a molestarvi con tutti i mezzi possibili (telefono, e-mail ecc…), appostarsi fuori dai luoghi da voi frequentati o seguirvi.
Si ricorda, a tale proposito, che le statistiche registrano come il 20% della popolazione italiana (dato rilevato in 15 regioni della penisola), cioè un italiano/a su cinque (che è moltissimo), soprattutto donne, sia stato/a almeno una volta vittima di stalking. Spesso in modo così cruento da dovere essere obbligato/a a cambiare perfino città.
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