domenica 5 dicembre 2010

La fuga dei "cervelli" è costata 4 miliardi in 20 anni

La fuga di cervelli è costata all’Italia 4 miliardi di euro negli ultimi 20 anni, pari all’ultima ‘manovrina’ annunciata dal governo pochi mesi fa per i conti pubblici. Il 35 per cento dei 500 migliori ricercatori italiani lascia il Paese perchè non trova condizioni di lavoro adeguate. Fra i migliori 100, uno su due sceglie l’estero, nei top 50 solo 23 sono rimasti in Italia, il 54% è fuggito in paesi stranieri. I dati sull’esodo dei “top scientist” italiani sono stati forniti nella sala Zuccari del Senato da uno studio dell’ICom (Istituto per la Competitività) che ha quantificato la perdita dell’Italia in termini di ricchezza economica. Valore che è stato ricavato sulla base dei brevetti prodotti dai nostri 20 migliori scienziati che lavorano all’estero in tre campi: Chimica, Ict e Farmaceutica. I top 20 della classifica, che lavorano quasi tutti negli Stati Uniti (17 su 20), hanno prodotto dal 1989 al 2009 un numero di brevetti pari a 301. Di questi, in 155 casi sono anche i principali inventori della ricerca brevettata. Negli altri casi sono comunque parte del team scientifico che ha realizzato i brevetti. Considerando in media il valore di un brevetto in 3 milioni di euro e che un top scientist produce in media 21 brevetti nell’arco della sua carriera, si arriva a 148 milioni di euro persi dall’Italia per ogni cervello in fuga. Ma ci sono brevetti, come quelli chimici, che possono valere fino a 942 milioni di euro. La cifra potrebbe dunque essere sottostimata. Il valore attuale dei brevetti diretti dai top 20 italiani fuggiti all’estero, e accolti principalmente negli Usa, è di 861 milioni di euro netti. Su 20 anni il dato si attesta a due miliardi e raddoppia, 4 miliardi, se si considerano tutti i 301 brevetti, anche quelli di cui le nostre eccellenze non sono solo gli inventori ma a cui hanno contribuito come parte dei team di ricerca.

La migliore ricercatrice italiana è Silvia Franceschi e si colloca al quindicesimo posto della top 20 dei ricercatori italiani all’estero. Lavora in Francia. Diciotto provengono da regioni del Nord e del Centro, solo due dal Sud. La città che ha ceduto più ricercatori è Milano, la prima regione più ‘disertata’ è la Lombardia, che si è lasciata sfuggire 704 milioni di euro come valore attuale dei suoi brevetti, 1,7 miliardi dal 1989. I settori di ricerca in cui lavorano i nostri cervelli sono in particolare la medicina (12 su 20), soprattutto oncologia e immunologia. Seguono l’informatica, le neuroscienze la biologia cellulare. La classifica è stata stilata sulla base delle citazioni fatte dalla comunità accademica internazionale. Premiato Napoleone Ferrara, considerato il terzo miglior cervello italiano all’estero. Secondo il professor Andrea Lenzi, presidente del Consiglio universitario nazionale, “in rapporto alle risorse scarse e al più basso numero di ricercatori tra i paesi del G7, i nostri ricercatori hanno un indice di produttività individuale eccellente con il 2,28% di pubblicazioni scientifiche”. In Italia ci sono 70mila ricercatori contro i 155mila della Francia, i 240mila della Germania e gli statunitensi che sono un milione e 150mila. In Giappone sono 640mila, in Canada 90mila, nel Regno Unito 147mila.
fonte tiscali.it

2 commenti:

  1. For the record, quest'articolo elabora molti dati senza citare la FONTE, che e' questa: http://www.topitalianscientists.org/top_italian_scientists.aspx

    Questa e' un'iniziativa lanciata dalla Via-academy lo scorso agosto ed ora annovera 1173 nomi di scienziati (fra cui Napoleone Ferrara e' al secondo posto in assoluto, non terzo!).

    Mauro Degli Esposti
    presidente Via-cademy.org

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  2. grazie mauro per le correzzione per quanto riguarda la fonte la mia e scritta in fondo l'articolo, sempre a dispozione..

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