Nuova Zelanda. Duca, Reale, Giudice, Cavaliere, Regina e
Lucifero. Cosa hanno in comune? Sono tutti tra i 77 nomi di battesimo
che i genitori del verde Paese del Commonwealth non possono dare ai
propri figli. Dalle parti di Auckland pensano che potrebbe costituire
un’occasione di persecuzione o di offesa anche avere per nome Giustizia o chiamarsi come un numero dell’Antica Roma.
Del resto, nel recente passato, in Nuova Zelanda è scoppiato un caso
per una bimba, che aveva compiuto ormai nove anni ai tempi della
sentenza, chiamata Talula Does The Hula From Hawaii. I giudici hanno anche vietato a due gemellini il nome Fish and Chips. Al bando perfino Stallone. Troppo rigidi? Dipende. Per esempio si è liberi di scegliere Bus Numero 16 e Violenza.
Italia. Nel Belpaese la scelta del nome dei nuovi nati è
regolata addirittura con un Decreto del Presidente della Repubblica.
Nonostante
il potere di veto dell’ufficiale di Stato Civile sia stato
ridotto, sono ancora vietati i nomi ridicoli o vergognosi e
quelli stranieri devono essere espressi in lettere dell’alfabeto
italiano, con estensione alle lettere J, K, X, Y, W. Ci sarebbe anche il divieto per l’imposizione di nomi geografici. In questo caso, però, c’è una certa tolleranza. Così Italia, Europa o America sono sempre stati più o meno accettati. E per Asia ci
si è appellati perfino a un’antica divinità. Non mancano, comunque,
casi clamorosi. Come quando nel 2008 il giudice ha vietato ad una
coppia, evidentemente appassionata del romanzo 'Robinson Crusoe' di
Daniel Defoe, di chiamare il loro figlio Venerdì. L’obiezione è che avrebbe potuto influire negativamente sulla vita sociale del bambino. A Torino, poi, è stato respinto Andrea
per una bambina, perché questo nome è considerato prettamente maschile
in Italia. I genitori, in questo caso, hanno ripiegato su Emma.
Svezia. Brfxxccxxmnpcccclllmmnprxvclmnckssqlbb11116.
Non siete riuscite a leggerlo o non avete capito di cosa si tratta? Non
ci crederete, ma è il nome che una coppia svedese ha cercato di
affibbiare al proprio figlio nel 1996. Motivo? Una protesta contro le
severe leggi locali, che prevedono il beneplacito preventivo
dell’autorità sull’associazione di cognome e nome. Il governo di
Stoccolma ha vietato anche Metallica, Veranda e Ikea. Google, invece, è accettato. Un vero smacco per il colosso del mobile, fondato proprio in Svezia.
Norvegia. Non in tutta la Scandinavia si ragiona
allo stesso modo. A Oslo e dintorni, ad esempio, la lista di nomi
ufficialmente sanzionati prevede un divieto generale di usare termini
ispirati da parolacce, sesso e malattie. C’è chi ancora ricorda il caso
di una donna che nel 1998 voleva dare a tutti i costi alla sua
tredicesima figlia il nome Gesher (ebraico per ‘ponte’) perché le era
apparso in sogno. I giudici, però, avevano avuto gli occhi ben aperti.
Germania. La precisione teutonica non viene meno
nemmeno per i nomi dati ai bambini. C’è, infatti, un intero reparto (il
Standesamt) che si occupa della questione. Così recentemente è stato
vietato Miatt perché non indica chiaramente se il figlio è un bambino o
una bambina. In passato ci sono state dispute di carattere musicale.
Respinti Woodstock e Grammophon, accettati Lafayette e Jazz.
Malesia. In Asia è uno degli Stati più rigidi in
materia di nomi di battesimo. Qualcuno ancora ricorda quando “Chow Tow”,
che significa “Testa Puzzolente”, è stato messo al bando perché
ritenuto non in linea con le tradizioni locali. Stessa sorte per “Ah
Chwar” (serpente), “Khiow Khoo” (gobbo) e “Sor Chai” (matto). E’ stato
rifiutato perfino 007. Chissà il dispiacere del famoso James Bond e di
Sua Maestà.
Usa. E’ la patria del libero mercato e della
competizione, ma a tutto ci dovrebbe essere un limite. Non è quello che è
successo ad una coppia, evidentemente ossessionata dai social network,
che nel novembre scorso ha chiamato la proprio figlia Hashtag Jameson.
Avete capito bene: la bimba ha proprio il nome delle etichette che si
usano su Twitter per catalogare il tema del messaggio. L’annuncio è
stato orgogliosamente dato dai genitori su Facebook, il social network
antagonista. Almeno la par condicio è salva.
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