Avete mai detto, osservando la pubblicità sulla casella di posta
elettronica o sul vostro profilo Facebook: «Ma guarda, è proprio il
cellulare, la panca da palestra, il libro che avevo cercato ieri su
Google»?.
Ora la stessa cosa potrebbe presto accadere in tv. Si chiamano highly
targeted ads: spot altamente mirati. Ovvero confezionati per il singolo
utente. Lo scopo: applicare alla televisione le tecniche di
individuazione del target utilizzate su internet. In America è già
realtà. Siete appassionati di montagna? In tv potreste presto vedere gli
spot di un weekend sulle Dolomiti, l’ultimo modello di scarponi da
trekking o di tenda da campeggio. L’emittente Usa Cablevision System
Corp., ha messo a punto un sistema che invia pubblicità differenti in
tempo reale a diversi telespettatori sintonizzati sullo stesso canale:
spot mirati finiscono ogni giorno nel salotto dei 3 milioni di abbonati
sparsi tra New York, il Connecticut e il New Jersey. Tecnologia
utilizzata anche dall’esercito per inviare 4 diversi annunci in cui si
invitavano 4 differenti tipi di giovani ad arruolarsi.
Da dove arrivano i dati? Cablevision combina i nomi e gli indirizzi
degli abbonati con informazioni fornite dalle agenzie pubblicitarie. In
parte, poi, le emittenti i dati li hanno già, si trovano nel decoder:
Simulmedia Inc. memorizza sui database tutti i programmi visti dai suoi
utenti e riesce a stabilire quali utenti sono interessati ad un certo
tipo di pubblicità. Altre compagnie come TRA Inc., Rentrak Corp. E WPP
PLC’s Kantar Media, in collaborazione con Microsoft, estraggono i dati
dai set top box e li combinano con altri provenienti da altri fonti.
Quindi, insieme a colossi del digitale tra i quali Google, aiutano gli
inserzionisti ad acquistare spazi ritagliati in base ai gusti dei
consumatori.
Le tv si sono accorte che il web si sta accaparrando una fetta sempre
più larga del mercato pubblicitario. Bank of America stima che il volume
d’affari potenziale degli highly targeted ads raggiungerà gli 11,6
miliardi di dollari entro il 2015. «E’ un momento epocale, siamo alla
vigilia del lancio di un nuovo Sputnik – spiega Tracey Scheppach,
vicepresidente di Starcom Mediavest Group – entro 6 anni la tecnologia
potrebbe permettere a tutte le emittenti di inviare pubblicità su
misura».
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